La pubblicità è da sempre l’anima del commercio (link) e le migliori campagne mediatiche sono quelle che attirano tante critiche, a volte però le scelte di marketing possono rivelarsi controverse ed il motto <l’importante è che se ne parli> non sempre è una scelta che ripaga.
Il 2018 è iniziato con una serie di critiche per H&M (il famoso brand di abbigliamento) scatenando una vera e propria bufera mediatica. Infatti la catena svedese è stata fortemente criticata per la pubblicità di una felpa indossata da un bimbo afroamericano che riportava la scritta: “Coolest monkey in the jungle” (La scimmia più cool della giungla).
Pubblicità simili o slogan analoghi sono spesso stati prodotti dal mercato ma mai accostando immagini così esplicite e forti. Del resto è stato il mondo social per primo ad alzare la voce con il campione americano di basket LeBron James, il rapper P. Diddy e l’ex calciatore del Milan Kevin-Prince Boateng, i quali (seguiti da tutto il jet set) hanno iniziato a “denunciare” la questione su Instagram e a chiedere a gran voce la rimozione della campagna pubblicitaria, invitando tutti i loro follower a boicottare il brand sino ad avere “scuse” ufficiali.
La visibilità è stata garantita dal polverone che si è scatenato, producendo una serie di critiche che ha prontamente fatto fare marcia indietro al brand che in meno di 48h ha deciso di rimuovere lo “spot” da tutti i canali Tv, le immagini incriminate dai suoi store fisici ed eliminare la felpa dal suo sito online. Tutto questo però non ha placata l’ira del web e così H&M ha dovuto pubblicamente chiedere ammenda per una scelta di marketing che ha urtato la suscettibilità del pubblico.
Il tema razziale negli Stati Uniti (principale mercato per H&M) è molto sentito e soprattutto ultimamente con il movimento “Black Lives Matter” la questione potrebbe facilmente sfuggire di mano e rivelarsi un boomerang per l’immagine del brand svedese.
La nota ufficiale riporta che: “L’immagine è stata rimossa dal sito e ci scusiamo con tutti quelli che potrebbe aver offeso“, ha spiegato il direttore Marketing e Comunicazione del gruppo, sottolineando che “H&M è in prima linea per combattere le disuguaglianze sociali ed ambientali” e che la produzione dei suoi prodotti rispecchia le linee guida ONU in termini di lotta allo sfruttamento minorile e condizione di lavoro legali.
Insomma il dubbio se la questione è stata creata a tavolino per avere più visibilità possibile resta, ma siamo sicuri che se così non fosse qualcuno nei piani alti pagherà a caro prezzo questa disattenzione.
E voi cosa ne pensate? Ritenete davvero questa pubblicità offensiva?
Al prossimo articolo!
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